Repubblica. roma, da alice pasquini a diamond: la street art va all [..]

Arianna Di Cori
La Repubblica

Roma, da Alice Pasquini a Diamond: la street art va all’asta

A palazzo Celsi il 20 giugno, Arcadia presenta 150 lotti, tra cui anche lavori di maestri come De Chirico, Morandi e Warhol. Le opere provengono da un collezionista che ha scelto di restare anonimo.

La street art all’asta. Era inevitabile che nell’esplosione degli ultimi anni, il mare di eventi legali, le mostre in galleria e poi nei grandi musei come quella recente su Banksy a Palazzo Cipolla, opere appartenenti a questa corrente eterogenea cominciassero a fare capolino anche nelle aste italiane, così come è ormai una prassi in quelle inglesi e francesi.

Succede all’Arcadia, giovane casa d’aste romana che alla sua terza iniziativa, in programma lunedì 20 giugno alle 21:00, presenterà 150 lotti tra i quali oggetti e quadri realizzati da sette street artist, anch’essi tutti di Roma: Alice Pasquini, Mirco Marcacci, Maupal, Diamond, Solo, il giovanissimo Jerico e l’esordiente Mauro Sgarbi.

È la seconda volta che in Italia la street art entra nel circuito delle aste, ma è il primo evento di questo genere del tutto slegato dal contesto urban: il precedente, nel 2012, organizzato sempre a Roma da Urban Contest negli spazi della Minerva Auctions, si avvaleva della collaborazione del Lanificio e vendeva opere realizzate in occasione del “San Lorenzo Estate 2012” .

In questo caso invece, le opere provengono da un solo collezionista – che ha scelto di rimanere anonimo – e saranno presentate, nella cornice settecentesca di Palazzo Celsi, a fianco di lavori di maestri come De Chirico, Guttuso, Morandi, Schifano, Victor Vasarely, Antonio Sanfilippo, le fotografie di Claudio Abate, ma anche stampe di Andy Warhol, due frattali di Pistoletto e molti altri artisti tra moderni e contemporanei più o meno noti. Scorrendo tra le pagine del catalogo spicca subito come i prezzi di vendita previsti per la street art non siano più bassi della media: “Scent of a Wonder Woman”, di Solo, sta tra i 3 e i 4 mila euro, poco meno del quadro di Schifano (4-5 mila euro). La forbice stimata per il “Cash Cow” di Pasquini, un distributore di palline di gomma dipinto ad acrilico, è tra i 3.500 e i 4.500 euro, come alcune delle grandi stampe di Claudio Abate.

Mirco Marcacci presenta due opere di medio formato, uno smalto su tela e un suggestivo inchiostro su vetro antiproiettile, entrambe stimate tra i 2.000 e i 2.500 euro. I due lavori di Jerico, nel suo stile impressionista, vanno dai 1.000/1.500 per arrivare ai 2 mila euro, poco meno per le due tele di Mauro Sgarbi. Mauro Pallotta, in arte Maupal, noto per il “Super Pope”, il poster che ritrae Papa Francesco/supereroe che venne ritwittato persino dall’account ufficiale del Vaticano, presenta una coppia di pannelli in maglia di acciaio dipinti per 5/7 mila euro: per la stessa cifra si possono portare a casa i frattali di Pistoletto più una stampa di Warhol.

Naturalmente regnano i quattro zeri tra i Sanfilippo, D’Orazio, Guttuso, De Chirico; l’olio di Vasarely arriva a sfiorare i centomila euro. Non è tanto la provocazione alla base del concept dell’asta, anche se sarà curioso vedere le reazioni dei collezionisti. Nelle intenzioni di Arcadia e del misterioso mecenate è l’intento di far riflettere su alcune delle sfaccettature di un’arte che racchiude migliaia di codici, difficilmente inscrivibile in un movimento vero e proprio.

A quasi 50 anni dall’inizio del graffitismo, la street art è diventato un modo di esprimersi attraverso un supporto, il muro, che più che mai, nell’epoca dell’immediatezza da social, diventa strumento di comunicazione. Non a caso sempre più pittori da cavalletto si cominciano a cimentare nel muralismo. Finché non si invadono i due campi, come nel caso dei controversi “strappi” (ossia opere su muro letteralmente staccate e portate al chiuso, come è successo in una mostra a Bologna a marzo), si può serenamente tracciare una linea di confine tra ciò che viene fatto in strada e dunque “street” e ciò che gli stessi artisti realizzano per interni: arte contemporanea. Nata in clandestinità e quindi veloce, atletica, caduca, oggi la street art ha acquisito un esoscheletro qualitativo che la rende un investimento appetibile nel panorama contemporaneo. E forse, tra i sette artisti, quello che più di tutti incarna questo duplice aspetto è Diamond, che presenta due opere.

Una è un raffinato e maniacale disegno di donna su carta, 1 x 1,3 metri, realizzato interamente a penna bic e costato vari giorni di realizzazione, l’antitesi di un lavoro su muro, prezzo 3/4 mila euro. Ma ancora più emblematico è il suo dipinto su carta invecchiata: una carrozzina dalla quale spunta un braccio che disegna con fare irriverente una tag. Una celebrazione del gesto primordiale, la rivendicazione di identità alla base di tutto quello che oggi è la street art.


REPUBBLICA LINK