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Grande crocifisso in tartaruga e argento, Napoli, 1872 - 1878, argentiere Gennaro Pane

la figura dolente del Cristo, ritratta secondo l'iconografia del "Christus patiens", con occhi chiusi e la testa abbandonata sul braccio, reclinata a sinistra dell’osservatore. Il corpo è piegato perché le ginocchia non reggono il peso che lo spinge verso il basso; il perizoma si distingue per l’abbondanza di panneggio, creando un raffinato gioco di pieghe che accentua il movimento della figura. La raffigurazione della ferita al costato rivela l’umanità di Cristo morto sulla croce; ai piedi il teschio con tibie incrociate rimanda al Calvario, luogo della crocifissione, simbolo ricorrente dal XVII secolo che richiama la caducità della vita e la meditazione sulla morte; l'aureola raggiata, simbolo di luce irradiata dalla sua stessa origine in quanto conferita direttamente da Dio. Sulla sommità della croce è collocato un cartiglio in argento con la scritta INRI (Iesus Nazarenus Rex Iudeorum). I terminali della croce, anch’essi in argento, sono arricchiti da eleganti motivi a volute che incorniciano volti di cherubino
cm 98x75 - Cristo cm 38x32
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Sculture e Oggetti d'Arte

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